La casa tonda – titolo originale The Round House – è una denuncia delle violenze impunite contro le donne native americane.

Ha vinto il National Book Award 2012.

La casa tonda

Romanzi di quelli che lasciano senza fiato, che quando lo riprendi rimani a bocca aperta, incredulo, per la storia che hai appena finito di leggere. Ti stropicci gli occhi e guardi e riguardi la copertina del libro edito da Feltrinelli. C’è un “acchiappasogni” e dietro c’è un sole che inizia a sorgere tra gli alberi di un bosco.

Ambientato nel 1988 in una Riserva del Nord Dakota.

Scritto da Louise Erdrich della Turtle Mountain Band of Chippewa.

La scrittrice fa un ritratto composito di una comunità e s’inventa un mistero avvincente.

C’è Joe, un adolescente nativo americano che chiamano Oops.

C’è la madre di Joe che subisce uno stupro e lo stupratore tenterà anche di bruciarla viva.

C’è il padre di Joe che è il Giudice della Riserva: che un giorno sì e l’altro pure consulta il “Manuale di Diritto Federale Indiano” di Felix S. Cohen. Libro con rilegatura rosso ruggine graffiata, lunga costola crepata e su ogni pagina reca commenti manoscritti. Sarà lui a doversi occupare dell’orrendo crimine commesso e acciuffare il responsabile. Ma finora il Giudice si è sempre occupato di liti tra vicini, furtarelli, piccole truffe, ubriachezza, un pò di droga. E sente il peso di tale responsabilità.

Così il giovane Oops si sentirà in dovere di far luce sul caso. Non dirò altro, absolutely da leggere.

Aggiungo: La casa tonda è meglio della Casa Bianca!

Per concludere, l’86 % degli uomini che violentano le donne native americane sono bianchi.

E purtroppo anche tanti indiani commettono violenza sulle loro donne. Dura verità che molti tra i nativi americani ancora oggi rifiutano di vedere.

Domanda: perchè nel 2012 il Congresso USA non ha voluto estendere la Violence Against Women Act alle donne native americane?