Monica Silva, nata in Brasile e naturalizzata italiana, è una fotografa specializzata nel ritratto concettuale.
I suoi lavori sono pubblicati dal Corriere della Sera, Io Donna, Style, Sette, Max, Flair, Chi, Panorama, Grazia e altre testate. Queste collaborazioni l’hanno portata ad incontrare e ritrarre personalità della cultura e dello spettacolo come Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Gad Lerner, Fiona May e molti altri.
Dedita alla sperimentazione fotografica, Monica Silva si è occupata anche di fotografia per architettura d’interni.
In qualità di fotografa professionista Nikon e di testimonial per Hasselblad e Manfrotto, questi marchi la ingaggiano spesso per seminari e workshop di psicologia nel ritratto, sia in Europa sia in altri continenti.
Parallelamente all’attività commerciale, Monica Silva si dedica alla fotografia artistica dal 2008.
Abbiamo assistito alla sua ultima mostra a Milano “The Butterfly’s Fall.
Postcards from Tokyo”, che si è tenuta presso la Nuova Galleria Morone: una raccolta di foto inedite su Tokyo e una toccante videoinstallazione in cui la fotografa brasiliana mette l’anima a nudo su un vissuto personale particolarmente drammatico, trasformando la liberazione di una farfalla dalla crisalide nel simbolo di una catarsi emotiva di straordinaria delicatezza

Tokyo G

 

Hai fotografato musicisti e personaggi famosi, che cosa cerchi nei volti che ritrai?
Cerco sempre di “spogliare” ogni persona che ritraggo dalle maschere che indossa all’interno della sua vita sociale. Cerco momenti intimi, senza forzatura. Sono diverse le modalità attraverso le quali porto i miei soggetti a sentirsi liberi di aprirsi con me, sono questi i momenti che mi interessano, quelli in cui raccontandomi un momento di vita, una storia della loro quotidianità o un pensiero ad un figlio lasciano emergere la loro natura più “autentica”.

Nei tuoi racconti di viaggio, attraverso le immagini che catturi, oltre a documentare ciò che vedi, permetti al viaggio di cambiarti e di conoscere meglio te stessa. Se tu fossi una città oggi, quale saresti?
Se mi dovessi identificare con una città in questo momento della mia vita sceglierei senza dubbio Tokyo. Perché è una città in eterno movimento, altamente tecnologica, piena di contraddizioni, visionaria, brulicante di idee e ricca di tradizione, di storie ancestrali, di persone senza età.

Ti rivolgi sempre in direzione della luce?
Certo! La luce infatti è la prima complice di un fotografo! L’etimologia della parola “fotografia” in greco e la sua traduzione letterale, è DISEGNARE CON LA LUCE o SCRIVERE CON LA LUCE. Quando entro in un luogo, se non ho con me luci professionali, cerco subito una fonte luminosa, quella più congeniale alla foto che voglio fare. Noi fotografi non siamo niente senza luce!

In The Butterfly’s Fall, installazione video-fotografica che abbiamo visto recentemente in mostra a Milano, condividi apertamente e con grande delicatezza il tema drammatico della pedofilia, orrore che ti ha colpita personalmente nel corso della tua infanzia. Si tratta di un filmato molto toccante che esprime la forza della femminilità proprio attraverso la sua fragilità. La metafora della crisalide che si risveglia farfalla è di grande impatto emotivo. So che si tratta di un percorso auto-analitico attraverso l’arte e la guarigione dello spirito che hai intrapreso da tempo, ma penso che potrebbe aiutare, nella sua semplicità, tante bambine ed ex bambine che sono passate attraverso lo stesso calvario. Come pensi di diffonderlo? Verrà esposto ancora?
Questo progetto è partito in modo molto embrionale. Oggi mi sento ancora un bruco che deve divenire farfalla. Ho in mente uno sviluppo molto forte di questo progetto. Con video, libro oltre a installazioni e mostre in giro per il mondo. Dobbiamo imparare a trasformare i nostri dolori, per quanto terribili essi siano, in cose belle e in testimonianze che aiutino coloro che non hanno la forza di esprimere la volontà di combattere queste violenze. L’arte mi ha aiutato e continua ad aiutarmi molto. Ognuno di noi dovrebbe trovare il proprio modo per utilizzare il suo dolore, imparare ad affrontarlo, per combatterlo per trasformarlo un punto di forza. Nella pellicola “Il danno”, c’era una frase che mi ha molto colpita: “Chi ha sofferto un danno è molto pericoloso, perché sa di poter sopravvivere.” Ecco io sono una di quelle persone

Il tema di questo mese di C magazine è la cosiddetta “Realtà”. Da fotografa e da artista, sei abituata ad osservare il mondo da più punti di vista e sotto luci e aspetti diversi. La realtà esiste? Esiste una unica realtà?
La realtà, se esiste una realtà, viene filtrata da ogni persona in modo differente. Tutto dipende dal background di una persona. Cito un pensiero di Luigi Pirandello: “Abbiamo tutti un mondo di cose dentro di noi e ognuno di noi ha il suo mondo privato. Come possiamo capirci se le parole che uso ha il senso e il valore che mi aspetto che abbiano, se chi mi sta ascoltando, inevitabilmente pensa che quelle stesse parole hanno un senso e un valore diverso, a causa del mondo privato che ha dentro di sé anche lui?

Mario Venuti

Il tuo modo di fare fotografia è estremamente poetico. Leggi molto?
Non so dire se è poetico ma di certo devo molto ai libri. I libri mi permettono di creare immagini surreali e solo mie. I libri mi portano lontano in viaggi paralleli e stimolano la mia fantasia con personaggi che esistono solo nella mia testa. A volta una sola frase mi scatena un intero progetto. Ogni essere umano dovrebbe avere il desiderio di leggere almeno un libro al mese. Apre la mente, ci rende meno schiavi dai poteri oscuri della politica, per esempio, ci insegna a vedere oltre. A essere meno manipolati. Ci rende più colti, ci fornisce stimoli per conversazioni interessanti e stimolanti nelle serate con gli amici.

Hai ritratto spesso uomini intenti nell’atto di fumare. Si tratta di immagini di grande effetto visivo, come se il fumo uscisse dalle fotografie per raggiungere lo spettatore. Che significato ha il fumo per te?
Odio il fumo! Ha un significato terrificante per me, proveniente dalle violenze che ho subito da bambina. Ho imparato ad affrontare il fumo in modo artistico, traendo il belloPaolo Sorrentino da una esperienza negativa. E’ stato un mio modo di esorcizzare, fa parte del mio ciclo “auto-terapeutico”.
In che modo anima e immagine si collegano fra loro?
Sono due mondi paralleli che non si sfiorano nemmeno. I compito del fotografo è quello di avvicinarsi il più possibile alla rappresentazione visiva dell’anima del soggetto fotografato. Questo succede solo quando c’è una forte empatia, una connessione che va oltre i metodi accademici. Ci vuole rispetto e sacralità, comprensione e sensibilità per ascoltare quegli attimi sfuggenti di una persona che raramente ci viene concessa.

Insegni da alcuni anni Psicologia nel ritratto? Di cosa si tratta? Esistono corsi aperti al pubblico?
I miei corsi di psicologia nel ritratto sono un’evoluzione del lavoro che ho iniziato su me stessa qualche anno fa. Si tratta di corsi dove guido le persone a guardarsi dentro attraverso esempi tratti dalla storia dell’arte, dalla fotografia e dalla letteratura. Un fotografo prima di essere tale dovrebbe passare lui stesso attraverso un intenso processo di auto-analisi compiuto attraverso autoscatti, per conoscersi meglio, per rafforzare la propria immagine, per poter gestire meglio una sessione fotografica che talvolta può essere un compito davvero difficoltoso. Sono dei workshop a numero chiuso di partecipanti rivolti a chiunque voglia partecipare.

Esiste bellezza in ogni cosa? La bellezza può cambiare il mondo?
La bellezza sta negli occhi di chi la contempla, diceva David Hume. Ci sono persone che vedono tutto bellissimo ed altre che si domandano: Dove?!
Non credo che ci voglia bellezza per cambiare il mondo, ma guardare dentro noi stessi per cambiare quello che non vogliamo essere. Il mondo è bellissimo com’è. E’ l’uomo che lo rende invivibile. Non cambierei il mondo ma inviterei le persone a cambiare sé stesse per far sì che la vita intorno a noi sia migliore.

Hai nuovi progetti in cantiere?
Ho molti progetti in cantiere. Una personale a Sao Paulo, un libro, una personale a New York e tanti, tanti servizi strabilianti.

Monica Silva sarà a Catania il 22 e 23 febbraio presso lo Spazio Cromatico di Via Ursino 8.
http://cromaticophotofestival2014.moonfruit.com/home/4581958927

per due presentazioni:
L’io dentro me – La psicologia nel ritratto
Ritratto ad arte – Il ritratto nella storia dell’arte.